La sfida editoriale di Reality Book si può sintetizzare nell'idea di "emozione del reale". Secondo noi, niente è più suggestivo della realtà e la cosa più corretta da fare è dialogare con il lettore presentandogli dati veri e raccontandogli cose vere. Sarà lui a mettere assieme i nostri materiali e le sue idee e a farne l'uso che vorrà.

copertina

Dal Quadraro all'inferno e ritorno

Autore/i Luca Pietrafesa
ISBN " id="9788895284323
Anno di pubblicazione 2013
Pagine 112
Formato 14 x 21
Prezzo 8,00 €
Collana conversazioni

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Quarta di copertina
Quando Sisto Quaranta, classe 1924, più di un anno trascorso tra campi di concentramento in Italia e in Germania tra il ’44 e il ’45, ha saputo della pubblicazione di questo libro, si è raccomandato: “C’è scritto che quello al Quadraro fu il più grande rastrellamento della storia di Roma occupata? Perché neanche il 16 ottobre del ’43, al Portico d’Ottavia, i tedeschi riuscirono a fare tanto. Nel giro di poche ore, armati fino ai denti, portarono via da casa millecinquecento persone. Non ci fu un’operazione così imponente, in quei mesi d’occupazione. Certo, in tutto, gli ebrei deportati, poveracci, furono di più: ma non in sei ore. Quello che accadde al Quadraro non ha eguali, nella nostra città. Eppure sui libri di storia spesso non se ne parla”. È per questa ragione che, oltre a lui, Giuseppe Arresta, Renato Corsi, Guido Di Roma, Leo Mancini e Romano Levantini hanno deciso di raccontare la storia del rastrellamento al Quadraro. Perché, nonostante gli sforzi e il lavoro di associazioni e istituzioni, la memoria di quella tragica mattina rischia di andare perduta. E questo non deve accadere. All’alba del 17 aprile 1944 gli uomini diretti da Herbert Kappler circondarono l’intera borgata, con l’ordine di chiudere ogni via di fuga. Alle 05.00 in punto scattò il rastrellamento, casa per casa. Dai documenti di Pubblica Sicurezza risulta che furono fermati circa duemila uomini validi, cioè tra i quindici e i cinquantacinque anni. Tra i rilasci nelle ore successive e qualche fuga, ne furono deportati novecentoquarantasette, ritenuti “abili” al lavoro: portati prima nel campo di smistamento di Fossoli, poi trasferiti in Germania, dove furono costretti a lavorare in condizioni disumane. Il bilancio delle vittime dirette, morte durante quegli oltre dodici mesi di prigionia, e di quelle indirette, decedute a causa delle conseguenze patite dalla deportazione, risulta impossibile. Nelle parole di sei degli ultimi sette sopravvissuti, quell’esperienza viene raccontata con dovizia di particolari, dolore e coraggio: quel coraggio che permise loro di tornare a Roma, al Quadraro, al termine di un viaggio avventuroso durato tre mesi.

Autore/i
Luca Pietrafesa − Romano, giornalista, è direttore del TG della storica emittente capitolina Teleroma 56; in tale veste cura la storica trasmissione di approfondimento "Dossier 56".

Note
Sottotitolo: "La storia del rastrellamento del 17 aprile 1944 raccontata dalla voce degli ultimi sopravvissuti".
Prefazione di Sandro Medici.

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